In seguito alle polemiche suscitate dall’intervento del direttore dell’Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione nel Friuli Venezia Giulia (IRSML), Roberto Spazzali, pubblicato sul sito «ilgiornale.it», il Consiglio di Amministrazione dell’INSMLI ritiene di doversi dissociare totalmente e profondamente dalle parole espresse. Compiere un confronto e un paragone tra i rifugiati che giungono a centinaia di migliaia in questi mesi in Europa per sfuggire a guerre e crimini contro l’umanità e gli esuli che fuggirono dalla Jugoslavia nell’immediato dopoguerra, è un nonsenso storiografico. Ogni vicenda storica ha le sue premesse e le sue condizioni di svolgimento. Però imputare ai rifugiati di oggi di essere codardi e di non saper difendere le proprie terre è, oltre che un tesi storicamente insostenibile, un’offesa al senso di giustizia e di umanità. E’ improprio, antistorico  e inaccettabile risuscitare fantasmi di  irredentismi, nazionalismi e contese territoriali, in un mondo globalizzato in cui i fenomeni di migrazione di massa traggono origine da tragici conflitti armati, non solo locali, e da condizioni estreme di povertà e di disuguaglianza.

Il Comune di Trieste e la Regione Friuli Venezia Giulia sono stati e sono in prima fila per approntare, nei confronti dei rifugiati dalla Siria e dai conflitti mediorientali e dei migranti più in generale, politiche di accoglienza e di integrazione che sono spesso da prendere a modello. Comprendere le ragioni storiche e politiche di questo esodo massiccio e tragico che sta mettendo in crisi gli stessi equilibri europei è un compito che gli Istituti del movimento di liberazione possono e debbono portare avanti insieme alla loro molteplice attività.

Pur essendo evidente che, come quasi ogni anno, in occasione della Giornata del ricordo ci sia chi intende strumentalizzare quella data per le proprie polemiche politiche e ideologiche, occorre riconoscere che frasi come quella pronunciata da Spazzali sembrano fatte apposta per favorire strumentalizzazioni e polemiche. L’IRSML ha meritoriamente affrontato per anni la questione delle foibe e della violenza attorno al confine orientale italiano ed è quindi evidente che l’attenzione su quanto pensano e dicono i suoi organi dirigenti è maggiore, attorno al 10 febbraio, Giornata del ricordo, di quanto non sia altrove o in altri momenti. Ma maggiore è anche la sua responsabilità nel favorire una conoscenza storica e un dibattito che, sulla base di un riconoscimento delle verità storiche, anche le più scomode e in passato spesso neglette, possa favorire la crescita di una coscienza storica e civile soprattutto tra le giovani generazioni.

Il CdA è certo che gli organi dirigenti dell’IRSML saranno in grado di rispondere con chiarezza alle polemiche suscitate e di prendere le misure necessarie perché venga riaffermata, nell’autonomia e nella libertà che è propria di ognuno, la linea storiografica e culturale che è patrimonio di tutta la rete degli Istituti della Resistenza. Auspica che l’IRSML possa intensificare la collaborazione con gli altri istituti di ricerca storica della regione e con le università presenti sul territorio e nei vicini paesi di confine, per continuare a essere un punto di riferimento per giovani ricercatori, studiosi, insegnanti e studenti in un clima di collaborazione e di approfondimento dei tanti temi e problemi storici ancora aperti o che meritano di venire studiati e divulgati.