Laboratori monotematici per gli studenti
La diffusione dell’hate speech in rete.
Mappare, educare, normare perchè “La Costituzione non odia”
di Maria Rosaria Di Dedda
Presentazione:
La diffusione di Internet e della Rete quali sfide pone nell’esercizio di alcune libertà fondamentali, tra cui quella di espressione? È possibile avere un giusto bilanciamento tra la libertà di espressione e le altre libertà di rilevanza costituzionale (es. diritto alla dignità umana)?
L’odio è sempre esistito così come i discorsi d’odio, oggi, però, tramite i social media tali esternazioni possono rimanere anonime, circolare con estrema rapidità, persistere nel tempo, diffondersi su larghissima scala e raggiungere un enorme numero di utenti, con effetti a cascata molto insidiosi e pericolosi (cybercascades).
Il tema di questa lezione/incontro è la diffusione dell’hate speech online, che va visto non solo in relazione alla questione dei limiti della libertà di espressione e di manifestazione del pensiero ma anche come forma di discriminazione.
La Costituzione, che è nata proprio con l’intento di reagire ad un drammatico passato di violenza e di discriminazione, come dimostra l’attenzione prestata dai Padri Costituenti all’elaborazione degli artt. 2 e 3 Cost., non può in alcun modo legittimare l’odio.
A chi è rivolto: al triennio delle scuole secondarie di II grado; ad associazioni culturali, ecc.
Durata: 2 ore massimo
Attività didattica anche per curriculum di Educazione alla Cittadinanza e Costituzione (art. 3 L92/2019 e Agenda 2030)
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Storia e storie di mafia
di Sabina Corsaro
Presentazione: «Se vogliamo combattere efficacemente la mafia, non dobbiamo trasformarla in un mostro né pensare che sia una piovra o un cancro. Dobbiamo riconoscere che ci rassomiglia». In queste parole di Giovanni Falcone emerge con chiarezza l’invito a considerare la mafia una struttura criminale che aspira a modellarsi sullo Stato e che ne prende le funzioni fondamentali, dal monopolio della violenza al controllo del territorio. Il tema di questa lezione/incontro è rappresentato dalla conoscenza del processo storico che dalle origini arriva fino ai nostri giorni. Ripercorrendo le varie fasi del radicamento e della diffusione del fenomeno mafioso è possibile comprendere il processo e i meccanismi che hanno edificato un vero e proprio sistema all’interno del quale criminalità e lotta antimafia si sono scontrate fino ad oggi, con armi differenti.
A chi è rivolto: ad alunni di scuole secondarie di II grado.
Durata: 2 ore massimo
Attività didattica valida anche per il Calendario civile in merito al 21 marzo (Giorno della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie), al 23 maggio (Giornata della Legalità, in ricordo della strage di Capaci).
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Ecomafie: i delitti contro l’ambiente
di Sabina Corsaro
Presentazione: L’Emilia-Romagna negli ultimi anni occupa una posizione preoccupante nella classifica italiana dei reati ambientali. Le diverse attività che muovono notevoli flussi di denaro (ciclo dei rifiuti, ciclo del cemento) a volte sono portate avanti in modo illecito con lo scopo di arricchire la criminalità organizzata e con la conseguenza di arrecare danni all’ambiente e alla salute dei cittadini.
Il tema di questa lezione/incontro è l’approfondimento su alcune forme di aggressione al patrimonio
ambientale del nostro Paese ad opera delle organizzazioni mafiose e sulle azioni degli Enti e delle
Associazioni che le contrastano.
A chi è rivolto: ad alunni di scuole secondarie di II grado.
Durata: 2 ore massimo
Attività didattica valida anche per il Calendario civile in merito al 21 marzo (Giorno della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie), al 23 maggio (Giornata della Legalità, in ricordo della strage di Capaci) e al 5 giugno (Giornata mondiale dell’ambiente).
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La notte della Repubblica. In ricordo di Sergio Zavoli. Lo stragismo e una possibile riconciliazione. Monotematico
di Roberta Piovaccari
Presentazione In ricordo di Sergio Zavoli nell’anniversario della sua nascita. Cittadino di Rimini, uomo delle istituzioni, ha saputo analizzare con lucidità un periodo difficile della nostra epoca, intervistando i principali protagonisti degli anni di piombo. S’intende fare una carrellata sul periodo dello stragismo in riferimento alla situazione politica, sociale, culturale e storica degli anni ’69-’84. L’attenzione sarà rivolta verso lo stragismo “nero” e “rosso”e per tutte le forme di “eversione” di quegli anni. Si parlerà di vittime ma anche di carnefici ed il tentativo di riconciliazione fatto da entrambe le parti. Un periodo oscuro della nostra Repubblica che potrebbe ripetersi ogni volta che la società è in fermento e senza certezze.
Durata: 2 ore massimo
A chi è rivolto: Classi delle scuole secondarie di secondo grado, associazioni, cittadini
Attività didattica anche per il Calendario civile: 9 Maggio , in ricordo delle vittime del terrorismo;
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“Entartete Kunst”: l’Arte Degenerata e l’Espressionismo cinematografico: “sovversivi”rispetto ai canoni della tradizione e della “nuova arte” di regime ma simboli di libertà.
di Roberta Piovaccari
Presentazione L’Arte ed il Cinema sono sempre stati strumenti di divulgazione ma soprattutto di riflessione e rielaborazione che possono essere creativi per un periodo storico ma anche pericolosi per lo stesso motivo in un altro periodo dove la libertà d’espressione è stata soffocata. Si analizzeranno i primi decenni del ‘900 pieni di fervore nell’ambito letterario, artistico, musicale, cinematografico. Le Avanguardie storiche sancirono una rottura con il passato ed alcune capitali europee diventarono punti di riferimento per una cultura più moderna e viva. Si analizzerà poi come l’ascesa delle dittature ostacolerà questi fermenti vivi per i messaggi veicolati, considerati “degenerati” ” deviati”. I regimi lanceranno il messaggio di un’arte realista legata alla tradizione ed il “Modernismo” come atto rivoluzionario e strumento di inquadramento di un regime dittatoriale.
A chi è rivolto: Classi delle scuole secondarie di secondo grado, associazioni, cittadini
Durata: 2 ore massimo
Attività didattica anche per il Calendario civile: Attività didattica anche per il calendario civile (27 gennaio) e curriculum di Educazione alla Cittadinanza e Costituzione (art. 3 L92/2019 e Agenda 2030)
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sheMAnonèungioco: ludicizzare le leggi “razziali”
di Alberto Gagliardo
Presentazione: Costruita sul modello del tradizionale Gioco dell’oca, incrociato con alcune caratteristiche del Monopoli e dei giochi di ruolo, l’attività prevede il compimento di un percorso che segue le vicende degli ebrei italiani dall’estate 1938 al 25 aprile 1945. L’avanzamento dei partecipanti lungo le 50 caselle è governato dalla sorte, ma sono previsti anche alcuni margini di intervento/resistenza dei partecipanti e c’è spazio per forme di solidarietà.
Durata: 1 incontro di 2 o 3 ore
A chi è rivolto: dalle classi terze della scuola secondaria di I grado e triennio della secondaria di II grado
Attività con utilizzo di: piano di “gioco”, dado, pedine, carte-azione
Attività didattica per il Calendario civile: 27 gennaio
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La scuola in camicia nera: la costruzione del consenso negli anni Trenta
di Alberto Gagliardo
Presentazione: Se gli anni Venti videro l’affermarsi del fascismo grazie all’uso della violenza, negli anni Trenta il regime si consolidò anche attraverso una capillare costruzione del consenso, in cui la scuola rivestì un ruolo centrale.
Durata: 1 incontro di 2 ore
A chi è rivolto: 3 media; 5 superiore
Attività con utilizzo di: slides (pc, videoproiettore)
Attività didattica anche per il Calendario civile: 25 aprile
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Il mito scolastico della Marcia su Roma
di Alberto Gagliardo
Presentazione: La Marcia su Roma (28.10.1922) rappresentò il punto di arrivo di un processo avviatosi nel 1919 e contemporaneamente quello di partenza di un altro che avrà termine nel 1945.
A cento anni da quell’evento, il laboratorio propone un doppio percorso in cui, da una parte, si ricostruiscono le vicende che portarono alla presa del potere da parte del fascismo, dall’altra a come questo avvenimento fu narrato nelle scuole e utilizzato per una precisa finalità pedagogica di costruzione del consenso.
Durata: 1 incontro di 2 ore
A chi è rivolto: 3 media; 5 superiore
Attività con utilizzo di: slides (pc, videoproiettore)
Attività didattica anche per il Calendario civile: 25 aprile
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Il ’68 prima del ’68: l’alluvione di Firenze del 4 novembre 1966
di Alberto Gagliardo
Presentazione: Il ’68 significò l’irrompere sulla scena della politica e della società della nuova soggettività giovanile. Ma quell’esplosione fu anticipata da alcuni segnali: gli “angeli del fango” furono uno di questi, che disse al paese che i giovani erano pronti per un nuovo protagonismo.
Durata: 1 incontro di 2 ore
A chi è rivolto: 3 media; 5 superiore
Attività con utilizzo di: slides (pc, videoproiettore)
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Testimonianza/Famiglia Gutman Hirth Spindler
Dal banco di scuola alla deportazione, dalla sopravvivenza alla speranza.
di Francesca Panozzo e Henry Gutman
Presentazione: Jan Gutman ha sedici anni e fa parte di una famiglia benestante della piccola borghesia polacca, a Lodz. Helena Hirth Spindler ha quindici anni e fa parte di una famiglia povera di commercianti ambulanti della comunità di Oswiecim.
Il 1 settembre 1939 Jan e Helena perdono in un istante i diritti di ogni cittadino polacco. In tempi strettissimi, nelle settimane seguenti, vengono deportati con le loro famiglie nel Ghetto di Sosnowiec e da studenti, dal banco di scuola, diventano testimoni, sulla via per la sopravvivenza, di una violenza cieca, dove le fucilazioni sulla strada e l’assassinio di massa dei pogrom traducono l’abbandono dei cittadini non ebrei rispetto alla società di cui facevano parte.
La costrizione – nei ghetti prima, e nei campi di lavoro e sterminio dopo – a vivere in spazi limitati, affollati, insani, privati di ogni forma di educazione scolastica e del calore delle loro famiglie – si accompagna all’obbligo di cercare assiduamente cibo e acqua, nel tentativo di sfuggire alla morte.
Sei anni dopo tutto cessa quando Jan e Helena, con migliaia di altri superstiti, vengono liberati dai rispettivi campi di concentramento dagli alleati e si scoprono orfani, in cerca di vita e dell’opportunità di rientrare nella vita di una società.
Un vuoto temporale segna il passaggio dall’età adolescenziale a quella adulta, abitando un trauma dal quale è difficile uscirne.
La confusione su cosa fare e dove andare e la constatazione che nessun parente – ad eccezione di un fratello di Jan e di una sorella di Helena, – è sopravvissuto, suscitano il desiderio in loro, che s’incontrano in un Displaced Persons Camp (campo profughi) nel 1946, di ricostruirsi insieme una nuova vita e creare una nuova vita per i figli che giungeranno.
Jan si diplomerà dal liceo solo nel ’49 frequentando le scuole serali, per poi seguire tra il ’56 e il ’58 una scuola vocazionale e diventare meccanico. In seguito non conseguirà la laurea in Economia e Commercio, facoltà iniziata nel ’64 all’Università di Varsavia e quasi conclusa, perché una nuova ondata di antisemitismo lo porterà a lasciare forzatamente e da apolide, la Polonia, ancora una volta.
Henry Gutman è figlio di Jan e Helena e racconta la testimonianza raccolta, ricostruita e custodita della famiglia Hirth Spindler, dove la sopravvivenza conduce a una forma di speranza, ripercorrendo con Francesca Panozzo, referente per la sezione didattica del Museo Ebraico di Bologna, le tappe della persecuzione antiebraica in Italia tra gli anni Trenta e Quaranta, da quella dei diritti a quella delle vite.
A chi è rivolto: tutte le classi delle scuole secondarie di primo e secondo grado.
Quanto dura: un incontro da 120′
Quanto costa: € 50.00 all’ora per l’inquadramento storico/Henry Gutman presta la sua testimonianza in forma gratuita.
Scheda tecnica: uso di una LIM , o un proiettore con schermo. A seconda della grandezza dello spazio e del numero di studenti, uso di un microfono per la voce.
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Strategie della tensione. Trasformazioni nell’uso della violenza nella lunga transizione italiana: il caso della Uno bianca in Romagna
di Alberto Gagliardo
Presentazione: Gli ultimi anni ’80 e i primi ’90 del Novecento videro l’esaurirsi della violenza politica che aveva segnato la storia nazionale dopo Piazza Fontana e l’inizio di una nuova stagione di stragi mafiose. Tale mutamento di attori e prospettive coincise a livello globale con il crollo degli assetti geopolitici del secondo dopoguerra e con la scomparsa delle forze politiche tradizionali e l’affermazione di nuovi soggetti politici. In questo quadro la vicenda criminale della Uno bianca, che colpì molto duramente la Romagna, rappresenta un utile filo narrativo e un significativo modello di studio.
Durata: 1 incontro di 2 ore
A chi è rivolto: 3 media; 5 superiore
Attività con utilizzo di: slides (pc, videoproiettore)
Attività didattica anche per il Calendario civile: 9 maggio
Piero Martinetti, un filosofo testimone di libertà. Gli intellettuali nel ventennio fascista.
di Antonio Mazzoni e Lanfranco Maggioli
Presentazione: Martinetti fu l’unico docente universitario di filosofia che nel 1931 si rifiutò di giurare fedeltà al regime fascista: “non posso prestare quello che oggi mi si chiede, perché esso vincolerebbe e lederebbe la mia coscienza”. Ciò gli costò la sospensione dall’insegnamento di filosofia teoretica all’Università di Milano. Continuò a ispirare la Rivista di filosofia che intendeva essere “una voce libera”, espressione di un pensiero “disinteressato e indipendente”. In tal modo divenne un punto di riferimento intellettuale e morale di giovani critici e oppositori del fascismo, tra cui L. Geymonat, N. Bobbio, A. Banfi, A. Del Noce, E. Carando e E. Colorni (questi ultimi due furono uccisi come partigiani tra il 1944 e il 1945).
Durata: 1 incontro di 2 ore
A chi è rivolto: 4 e 5 superiore
Attività: presentazione del volume
Attività didattica per il curriculum di Educazione alla Cittadinanza e Costituzione